Voglia di caffè? È una questione genetica
27 Marzo 2018
La voglia di bersi più o meno caffè pare essere dettata dalla genetica!
A sostenere questa affermazione è uno studio dell’IRCCS Burli Garofolo di Trieste, dell’Università di Trieste e dell’Università di Edimburgo, pubblicato su Scientific Reports.
PDSS2 è il nome del gene imputato in questo studio che ha messo in relazione il fatto che le persone con la mutazione di questo gene, tendono a consumare meno caffè. In pratica il PDSS2 mutato ridurrebbe la capacità delle cellule di scomporre e metabolizzare la caffeina, prolungandone la permanenza nell’organismo.
In poche parole, secondo i ricercatori, chi ha la mutazione genetica, non avrebbe bisogno di consumare così tanto caffè per avere la stessa carica di caffeina, ma ne servirebbe di meno, perché la caffeina resterebbe in circolo più lungo.
La ricerca è partita dall’Italia, dove è stato analizzato il codice genetico di circa 1.200 persone, il 75% delle quali residenti in sei città del Nord Est, la parte restante in Puglia.
Oltre ad analisi di tipo prettamente scientifico, i partecipanti sono stati sottoposti a dei questionari in cui dovevano descrivere le loro abitudini riguardanti l'assunzione di caffè. I risultati ottenuti in Italia hanno consentito di evidenziare una forte correlazione tra variazione del gene PDSS2 e tendenza a bere poco caffè al giorno, rispetto a quanti non presentavano tale mutazione genetica.
Successivamente lo studio è stato ripetuto su un campione di 1731 cittadini olandesi, che ha consentito ai ricercatori di giungere alla stessa conclusione, con una differenza: la quantità di caffè bevuta, in quanto la bevanda nera consumata dagli olandesi, ha una concentrazione di caffeina differente rispetto a quella italiana. In Italia si tende a bere il caffè in tazze più piccole, mentre in Olanda si preferiscono tazze più grandi e quindi si introduce nell’organismo maggiore caffeina.
Quindi, avete sempre voglia di caffè? State tranquilli il vostro PDSS2 non è mutato!
Fonte: humanitasalute.it